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La Città che sale

Il progetto è un omaggio a Perugia, basato su una ricerca estetica e formale che nella sua espressione pittorica, pone l'attenzione sulla compenetrazione tra antico e moderno, tra passato e presente, tra storia e quotidianità. Questo lavoro vuole far riflettere sul processo di sviluppo del capoluogo umbro, su alcuni degli elementi architettonici, tecnologici e artistici che hanno contraddistinto la crescita della città nel corso degli anni. 
Prospettive sfuggenti il cui punto di fuga dirotta improvvisamente delineando un nuovo e inaspettato  orizzonte,  linee curve di strade e binari su piani diversi, descrivono e mettono in relazione i percorsi che quotidianamente la gente compie vivendo la città. Il buio di un temporale improvviso, accende di luci riflesse la strada.

Teresa Chiaraluce

Maltempo, buontempo


amo la pioggia 
brilla di gemme l'asfalto
sfuma e attutisce le ombre
deterge i volumi e i colori 
alimenta e reidrata la scena
giungendo dall'alto
a ritmo di tamburello
precipita su di noi..
.

                  Teresa Chiaraluce

"... Le opere della Città sono davvero significative e notevolissime. È una visione del tutto personale in cui esercizio pittorico di alta qualità, senso di appartenenza, immaginazione creatrice convivono e si fondono perfettamente. Ogni quadro diventa una preghiera laica, una architettura sospesa, una trama di equilibrio sempre raffinato cadenzato da una tavolozza mormorante."

Prof. Mimmo Coletti

PERUGIATODAY - 30/01/2018

Sandro Francesco Allegrini

30 gennaio 2018

 

"La città che sale"

una Perugia come non l'avete mai vista: in mostra le opere dell'artista
Teresa Chiaraluce

 

Architetture che hanno la concretezza del reale e raccontano la suggestione dello spirito. La mostra rivela un’artista matura e sensibile

Architetture che hanno la concretezza del reale e raccontano la suggestione dello spirito. Questa mostra di Teresa Chiaraluce, “La città che sale”, rivela un’artista matura e sensibile. E, soprattutto, disvela una personalità di pittrice che ha deciso di rimescolare le carte e proporsi senza compiacimenti, mostrandosi semplicemente per quel che è, per quel che prova.

La sua ascensione in centro racconta la metafora dello sforzo, della messa in discussione di comodi stereotipi. Così la Perugia che si para dinanzi ai nostri occhi è, insieme, quella della storia e quella della contemporaneità. Gli edifici sono traguardati nella loro purezza di forme e volumi, ma senza descrittivismi scontati.

Edifici di ieri e di oggi in tonalità quasi monocrome. Il Minimetro, nastro rosso che fende un tessuto di storia, è un insieme di profili saettanti, un futuro futuribile, ma anche immanente e  straordinariamente palpitante. L’uomo non è fisicamente presente, ma vive attraverso la sua opera, lascia tracce nei frutti del suo ingegno.

Una straordinaria coerenza regola la serie di racconti stranianti. Panorami quasi metafisici, per imprevedibile ossimoro che traduce e trasfigura il contingente in assoluto.Le salette piccole propongono invece la natura, attraverso opere cromaticamente esaltanti, frutto di un fluido lavoro open air: esito delle tante estemporanee che Teresa coltiva, tra arte e socialità.

Ma la nuova produzione urbana è la cifra che meglio rappresenta il percorso di un’artista in costante evoluzione. Cercando la città, Teresa rivela se stessa… dando alla luce se stessa.La mostra dura fino al 6 febbraio (all'ex Santa Maria di via Oberdan). Sarebbe un peccato perderla.

Sandro Francesco Allegrini

30 gennaio 2018

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